Nel periodo di quarantena e quindi di attivazione della DAD, nelle classi seconde del plesso di Giovanni XXIII, le ore curricolari di Arte e Immagine hanno avuto come finalità un maggiore coinvolgimento nello studio della Storia dell’Arte; attraverso modalità attive e immediate di conoscenza e analisi di alcune opere classiche, si è giunti alla realizzazione di un’esperienza artistica molto coinvolgente.
Dopo un’attenta osservazione delle opere scelte e la ricerca degli abiti e materiali, i ragazzi hanno interpretato, attraverso il linguaggio fotografico, le pose del dipinto proposto, stimolandoli ad osservare i particolari ai quali non avrebbero fatto caso e a scoprire come i grandi artisti costruivano con minuziosa attenzione le loro opere pittoriche
In questa prima fase, i ragazzi si sono accorti del gioco di sguardi, di posture e di gesti, imparando a gestire la loro stessa espressività. Gli alunni hanno dovuto quindi immedesimarsi, interpretare, mimare divenendo loro stessi attori, protagonisti e non più osservatori di dipinti complessi e articolati quali per esempio “La donna con l’ermellino” di Leonardo da Vinci.
Il percorso artistico ha avuto anche lo scopo di far riflettere i ragazzi sull’importanza di alcune immagini iconiche che hanno conservato nei secoli il loro fascino intatto, al punto da essere successivamente e ripetutamente reinterpretate per veicolare messaggi diversi da quello originale.
L’importanza dell’uso di certe immagini artistiche si è ricercata nella produzione pubblicitaria, nelle espressioni irriverenti della street art e in alcuni messaggi attuali veicolati appunto attraverso la rivisitazione e manipolazione fotografica dell’immagine iconica stessa.
Successivamente il lavoro si è evoluto producendo immagini reinventate dai singoli studenti, ottenendo così un dipinto nuovo, interpretato, originale.
Infine “giocando” con effetti fotografici (conosciuti ai più per produrre i selfie) i risultati sono stati esilaranti!
Per gli studenti, rivedersi calati dentro un dipinto, ha avuto un effetto estraniante: si sono addentrati all’interno dello spazio dell’opera che è diventato uno scenario sospeso tra la dimensione del dipinto e lo spazio reale dove hanno agito, creando così un dialogo originale con il passato.
Le pose in alcuni casi non sono state precisamente aderenti al quadro: in questo modo si sono evitati schemi troppo rigidi e si è lasciata una certa libertà di movimento rendendoli ancor più protagonisti. Dal punto di vista comportamentale, i discenti hanno seguito l’attività didattica con attenzione e costanza, ottenendo nel complesso una partecipazione adeguata lavorando con impegno ed interesse sia in classe che a casa ma soprattutto rispettando i tempi di consegna rispetto alla realizzazione di manufatti e ricerca degli abiti. Questa attività ha consentito agli studenti di ricordare meglio gli artisti, l’opera interpretata, le luci, i gesti, la spazialità. Inoltre hanno scoperto che un dipinto può prendere vita, che la storia dell’arte non è una materia noiosa che appartiene al passato, ma è un’esperienza viva, che può essere attualizzata e amata.
Per l’insegnante un ottimo lavoro da proporre in modalità remota con un ritorno eccezionale.